Ci viene segnalato che in alcune scuole gli insegnanti destinati a lavorare in compresenza sono spesso sottratti ai propri compiti per sostituire in altre classi i colleghi assenti o impegnati in attività esterne.
Questo riguarderebbe in particolare gli insegnanti di sostegno e quelli partecipanti a progetti di immersione linguistica.
In assenza di statistiche sull’entità del fenomeno, alcuni indizi ci fanno pensare che esso sia relativamente diffuso, specialmente ove l’orario settimanale di molti insegnanti sia dedicato interamente alle lezioni e non comprenda ore a disposizione per supplenze saltuarie.
È vero che la scuola ha il dovere di assicurare la sorveglianza, e possibilmente la didattica, anche in caso di assenza o trasferta di qualche docente; ma è chiaro che la via maestra per risolvere il problema sta in una dotazione adeguata di ore a disposizione inserite nel normale orario settimanale o pagate come straordinari.
Soluzioni diverse, miranti al mero risparmio economico, sono nocive alla pianificazione didattica e rischiano di danneggiare chi ha più bisogno.
Sottrarre un insegnante di sostegno alle proprie specifiche funzioni è tanto più grave in provincia di Bolzano, dove – per l’arretratezza della legislazione in materia – gli scolari con handicap beneficiano di fatto di un numero di ore di sostegno largamente inferiore alla media nazionale.